Le Supply Chain italiane hanno vissuto giornate d’emergenza e allarme, a causa del Coronavirus. Tale virus sta colpendo le catene di fornitura e produzione a livello mondiale da diverso tempo, specialmente quelle appartenenti all’industria tecnologica. In questa situazione si dimostreranno dunque fondamentali le strategie di business continuity e per alcune aziende potrebbe anche essere l’occasione di evolvere verso una Supply Chain più moderna, agile ed agguerrita.
Il Coronavirus e le conseguenze per le Supply Chain manifatturiere
Il problema per le Supply Chain, a livello globale deriva dal fatto che l’epidemia di Coronavirus è scaturita dalla città Wuhan, nella provincia di Hubei: un importante hub industriale sito nella Cina centrale. Per questo motivo il virus ha ostacolato gravemente e repentinamente sia le operazioni logistiche che le attività produttive. Si sono dunque verificati gravi ritardi nelle spedizioni e un pesante rallentamento della produzione industriale in tutta la Cina, nei settori dell’automotive, del farmaceutico e dell’hi-tech.
Quindi oltre al rischio di contagio, l’epidemia comporta anche questo impatto economico non trascurabile: il rallentamento o addirittura l’interruzione delle attività logistiche e produttive.
Le minacce di oggi alle Supply Chain manifatturiere
Il Coronavirus è solo uno dei tanti fattori di rischio che possono impattare le Supply Chain a livello mondiale: altre minacce che stanno vivendo le catene di produzione e fornitura sono la Brexit, la guerra commerciale dei dazi tra Usa e Cina, i “cyber–attack”, i cambiamenti delle normative, la volatilità della domanda, il cambiamento delle esigenze dei consumatori, gli obiettivi di de-carbonizzazione e di sostenibilità ambientale.
Le catene di fornitura, o Supply Chain, sono oggi sempre più complesse e interconnesse a livello globale e pertanto risultano potenzialmente più fragili, in quanto sensibili ad eventi, fattori di rischio e volatilità che sono sempre più su scala globale e non più solo locale. Oltre a ciò questi fattori di rischio sono anch’essi in crescita in termini assoluti.
Garantire la Business Continuity
In questo contesto, le aziende devono garantire la necessaria “business continuity” e quindi la sostenibilità dell’attività operativa. Per far ciò è fondamentale disporre di una Supply Chain agile, che riesce a reagire rapidamente agli eventi esterni e che viene monitorata e guidata grazie a strumenti avanzati. Questi tool utilizzano analisi della Supply Chain avanzate e simulazione di scenari alternativi e costituiscono supporti utili a prendere decisioni sia sul breve che sul lungo periodo (per esempio modificando un piano di produzione, attingendo a fornitori alternativi, spostando attività produttive da un impianto ad un altro, etc.).
È dunque importante sviluppare una cultura e delle capacità a riguardo, all’interno della propria Supply Chain, che consentano di identificare, classificare e gestire i principali rischi basandosi su analisi avanzate e pianificazioni che utilizzano simulazioni degli scenari futuri. Gli eventi pericolosi potranno essere così valutati e le relative conseguenze anticipate per minimizzarne o addirittura evitarne l’impatto.
Capacità previsionale per guidare la Supply Chain
Queste capacità e benefici possono essere ottenuti grazie a strumenti moderni ed efficaci, sviluppati nel corso degli ultimi decenni per le aziende manifatturiere. Esistono, infatti, soluzioni software dipartimentali specifici che permettono ai responsabili di stabilimento e pianificatori di effettuare simulazioni e calcoli in via preventiva, riguardo gli scenari produttivi futuri. Si tratta degli APS o Advanced Planning and Scheduling software.
Questi strumenti vengono utilizzati per il controllo e governo della Supply Chain e sono dotati di una serie di capacità:
- gestione di grandi moli di dati (Big Data),
- visibilità estesa sulla filiera e dashboard di controllo,
- analisi dei dati raccolti attraverso algoritmi potenti ed avanzati,
- analisi dei dati con analitiche di tipo reattivo (ad es. alert di fronte a situazioni criticità), predittivo e prescrittivo (es. logiche di machine learning),
- svolgimento di simulazioni e valutazioni di scenari alternativi, inclusi scenari utili a gestire eventi imprevisti e calamità.
Un altro aspetto interessante per le aziende è che grazie agli APS, individui o team diversi hanno accesso agli stessi dati e possono lavorare facilmente anche in modalità smart working / da remoto, una cosa che abbatte la creazione di silos, tipica dei fogli di calcolo. Implementare un APS è dunque un progetto strategico per qualsiasi azienda e più l’impresa ha stabilimenti e fornitori in diversi paesi, più diventa cruciale il suo ruolo: quello di aumentare la reattività e l’efficienza dell’intera Supply Chain.
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Un’opportunità per le aziende manifatturiere
L’implementazione di una soluzione APS, quale CyberPlan, rappresenta una grande opportunità per le aziende manifatturiere che non l’hanno ancora adottata. Oltre alle potenzialità dello strumento, un progetto di questo tipo permette all’impresa di dotarsi di nuovi processi a livello di ecosistema aziendale (e non solo di singola azienda) in quanto ha impatti sull’intera organizzazione. Altre ricadute positive si hanno sulle persone, le quali guadagnano nuove capacità grazie al fatto che un processo simile richiede competenze nuove e distintive.
Sul mercato esistono già diverse soluzioni APS, tra queste, CyberPlan è sicuramente una soluzione estremamente avanzata ed evoluta, testata da aziende manifatturiere leader di tutto il mondo, ed è ora disponibile in versione Cloud. L’APS CyberPlan si focalizza sulle Supply Chain manifatturiere e sulla collaborazione lungo tutta la filiera, rendendo possibile la comunicazione tra reparti e la prevenzione di situazioni critiche.
La crisi innescata dal Coronavirus, affrontata in maniera opportuna, può diventare un’occasione per le aziende ambiziose per potenziare il proprio sistema di governo della Supply Chain, implementando delle soluzioni per il monitoraggio, governo e controllo della catena di produzione. Questi strumenti permettono la previsione e analisi di fenomeni che avvengono lungo le filiere (sempre più globali), sviluppando lo smart working anche come misura cautelativa in casi di necessità e ripensando al footprint industriale, cioè valutando l’ipotesi di spostare e/o ridondare anche in Occidente alcune delle produzioni attualmente svolte solo in Cina.
Le aziende che hanno una grande visibilità hanno dunque maggiori probabilità di intervenire prima ed in maniera più efficace sulle proprie Supply Chain evitando rischi o comunque riducendo le ripercussioni di eventi critici.
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